30 giugno '11
Anfiteatro Romano - Urbisaglia (MC)
nell'ambito della rassegna TAU - Teatri Antichi Uniti
Teatro Comunale_ore 18
INCONTRO > MOTUS vs ANTIGONE
incontro con Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande
a cura di Gilberto Santini
a seguire buffet presso Bar/Ristorante Le Logge
Anfiteatro romano _ ore 20.15
SPETTACOLO > LET THE SUNSHINE IN (antigone)contest #1
ideazione e regia Enrico Casagrande & Daniela Nicolò
con Silvia Calderoni e Benno Steinegger
produzione Motus
con il sostegno di Magna Grecia Festival '08, L'Arboreto - Teatro Dimora di Mondaino, Festival delle Colline Torinesi, Progetto G.E.CO - Ministero della Gioventù e Regione Emilia Romagna, CARTA BIANCA programme Alcotra coopération France-Italie in collaborazione con Fondazione del Teatro Stabile di Torino
Scegliere Antigone per costruire, tracciare, delineare e incunerare il tema della rivolta nel contemporaneo, procedendo in modo frammentario e lacunoso: come fare del resto di fronte a questo nome che abbaglia e allontana?
Antigone, né sposa, né madre, esce danzando, solitaria, dalla rete delle genealogie e delle filiazioni... E questa fuoriuscita dalle gabbie familiari, questa indignazione suprema che la spinge a dire NO ad alta voce, sprezzante di tutto e tutti, ci cattura. Antigone è una figura politica, eminentemente politica, che in questi anni di opache prese di posizione e imbarazzanti conservatorismi, ci piace porre nuovamente sotto "la luce del sole."
LET THE SUNSHINE IN è il primo contest, nato nelle officine grandi riparazioni di Torino, che qui riadattiamo per l'Anfiteatro Romano di Urbisaglia, in cui due soli attori- autori, Silvia e Benno, si fornteggiano e nella totale solitudine di coppia tentano di "rappresentare " (Antigone e Polinice), (Eteocle e Polinice), (Ismene e Antigone):fratelli‑personaggi volutamente posti fra parentesi, anch'essi pretesti mitopoietici. Le interpretazioni sono oscillanti e si con-fondono con le biografie degli interpreti: Polinice incarna il conflitto fra azione e compassione puo' essere pacifista o terrorista e questo dissidio accoglie tutta l'ambivalenza delle varie esegesi....Il legame potentissimo, autodirtuttivo fra i due attori/fratelli, che provano una rappresentazione impossibile a farsi, si sgretola nel suo tentare la verosomiglianza, si frantuma con l'impatto con il qui e ora, perché le figure tragiche sono "usate" secondo un personale processo combinatorio, una riscrittura politica-policentrica, quasi beckettiana.
